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BTP Italia? No grazie!

Ti è arrivata comunicazione dalla tua banca che oggi c’è la dodicesima collocazione di BTP?

Bene… Se sei nel dubbio se aderire o rifiutare questa offerta, prima di fare la scelta prenditi due minuti e siediti comodo, perché ti sto per dare un punto di vista un po’ diverso da quello che appare dai giornali.

Innanzitutto di cosa stiamo parlando? Il BTP di cui si parla in questi giorni è semplicemente un prestito fatto allo stato italiano, con una durata di sei anni, con un rendimento annuo dello 0,25% più l’inflazione rilevata. Quindi se ipotizziamo un’inflazione del 2% (in Italia oggi è inferiore) siamo a 2,25% lordo, sul quale va pagata una tassa sulle rendite finanziarie del 12,5%, portando il valore netto a 1,97%. Fatta questa considerazione, investendo un capitale oggi, che ovviamente dipende dalle varie possibilità economiche, tra 6 anni ci troviamo con il medesimo capitale più un interesse pagato annualmente del 1,97%. Siccome il nostro capitale ogni anno si svaluta del 2% (inflazione ipotizzata), ogni anno stiamo effettivamente perdendo lo 0,03%!!!!

Rischio dell’investimento?? Nullo?? Facciamo due considerazioni insieme…

Una delle maggiori agenzie di rating, Standard & Poor, che si occupa di analizzare i bilanci di stati ed aziende e fornirne un grado di affidabilità, indica che l’Italia è BBB-, ovvero al pari di Romania e un po’ meno della Colombia. Praticamente l’affidabilità dell’Italia è una delle più basse d’Europa. Che significa questo? La definizione di BBB- è:

“Adeguate capacità di rispettare gli obblighi finanziari. Tuttavia, condizioni economiche avverse o cambiamenti delle circostanze sono più facilmente associabili ad una minore capacità di adempiere agli obblighi finanziari assunti.”

Di  che obblighi si sta parlando? Semplicemente di rimborsarti il tuo capitale a scadenza! Quindi significa che in caso di condizioni economiche avverse (!!!) potrebbe esserci una minore capacità di rimborso ed il capitale potrebbe essere a rischio. Quindi secondo l’agenzia di rating l’Italia è un paese solvibile ma a rischio, il che pone un’ombra di rischio sul nostro BTP.

Se in questi sei anni avessi necessità di liquidità e volessi disinvestire, potrei contare sull’intero capitale?

Eh no purtroppo… Anzi… Il capitale del BTP è “garantito” solo alla scadenza, se voglio liquidarlo anticipatamente devo vendere il titolo sul mercato MOT, il che significa che il valore del mio titolo è esattamente quanto mi viene pagato dal mercato. Proviamo ad ipotizzare uno scenario… Tra meno di un anno scadrà il Quantitative Easing della BCE, pertanto la banca centrale cesserà di comprare 30 miliardi di euro al mese di titoli di stato europei, tra cui i nostri BTP. Mancando la domanda forte della BCE, lo stato dovrà pagare più interessi per collocare altri BTP, che quindi, avranno probabilmente una cedola maggiore. Tutto ciò avrà quindi l’effetto di deprezzare il nostro BTP con interesse misero allo 0,25%.

Facciamo un po’ di conti… Investendo in questo BTP ti stai accollando il rischio di credito dello stato italiano (BBB-). Ti assumi questo rischio per avere un rendimento che ti porterà ad una perdita certa seppur minima, ma nessuna possibilità di guadagno. Se hai necessità di liquidità, probabilmente in questi anni il valore del titolo sarà inferiore a quanto investito…

Ti sembra un buon investimento? A me no….

#realmoney #intelligenzafinanziaria #aief